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Sciavuru d'Aliva: profumo di terre di Sicilia (e di rivincita)

Gianfranco Tuoro, il suo olio e le suo olive: un'avventura iniziata nel Parco Archeologico di Selinunte che ha il sapore della rivincita sulla sfortuna

«La mia nuova vita è cominciata semplicemente guardando fuori dalla finestra». Gianfranco Tuoro ha 34 anni e quella che definisce la sua “nuova vita” è cominciata nel peggiore dei modi un giorno del 2002, quando un grave incidente stradale lo costringe sulla sedia a rotelle.

La riabilitazione successiva è lunga e impegnativa e spinge Gianfranco a trasferirsi da Lecco, dove è nato e cresciuto, a Castelvetrano, in provincia di Trapani, paese d’origine di sua madre che sembra il posto ideale per riordinare le idee. Qui, nella Valle del Belice, l’aria buona e gli olivi secolari lo convincono a tentare una nuova avventura: «Nel 2008 mi sono innamorato di un terreno che era in vendita, già piantumato, a un chilometro dal mare e a un chilometro dal Parco archeologico di Selinunte e decido di acquistarlo, nonostante non sapessi nulla di agricoltura». Dopo un anno di rodaggio Gianfranco capisce che l’unico modo per far sì che il terreno renda e la sua avventura possa concretizzarsi è la valorizzazione di un prodotto locale, la Nocellara del Belice, un’oliva rara, «a doppia attitudine, ottima cioè sia come oliva da tavola sia per la produzione di olio, e che rappresenta appieno una delle punte di diamante della gastronomia siciliana».

Semplicemente così nasce la sua piccola società agricola, Sciavuru d’Aliva, «che in italiano suona meno poeticamente come “profumo d’oliva”».

Ma un terreno e un’ottima materia prima, uniti a entusiasmo e tanta voglia di fare, di certo non bastano: «È stato necessario – racconta Gianfranco – un percorso personale di conoscenza del prodotto, per capire come presentarlo e venderlo al meglio. Ci sono voluti tre anni ma, grazie alla mia famiglia e ad alcuni amici che mi hanno insegnato le basi di una gestione aziendale sensata, sono riuscito a raccogliere i primi frutti del mio lavoro».

Lentamente arriva l’interesse da parte degli addetti ai lavori nel settore oleario cresce a tal punto che le maggiori guide d’olio italiane parlano di Gianfranco e del suo olio e alcuni chef stellati iniziano a collaborare con la sua azienda.

«L’incontro fondamentale per capire che la strada che stavo percorrendo era quella giusta è stato quello con Tano Simonato, chef del ristorante stellato di Milano Tano Passami l’olio. Tano ha fatto dell’olio extravergine il perno della sua ristorazione già in tempi non sospetti, quando l’olio era ancora considerato solo come un ingrediente fra tanti. Entrare nella sua bacheca di oltre 50 oli è per me un grande onore. Come lo è poter vantare come mio estimatore il più importante chef rappresentativo della Sicilia, Ciccio Sultano del ristorante Duomo di Ragusa Ibla».

Oggi i prodotti di Sciavuru d’Aliva sono presenze fisse sulle maggiori guide di settore e non solo. Una bella soddisfazione per Gianfranco: «A molti la mia scelta all’inizio è sembrata avventata ma credo che ora i risultati dimostrino che avevo ragione. Quello che mi auguro è che la mia storia non sia isolata. A mio modesto parere è necessario che ci sia sempre più consapevolezza sul futuro che la nostra terra può dare ai giovani e non solo. L’agricoltura non può più essere utilizzata come elemento di speculazione ma deve ritornare a essere fonte di reddito per chi lavora il terreno».

Una ricetta veloce

Per gustare al meglio la Nocellara Gianfranco suggerisce una ricetta velocissima: un’insalata di arance, finocchi e olive al forno (passuluna), con origano, sale grosso e due uova fritte.

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